lunedì 10 ottobre 2011

L'ennesima vergogna

( uno dei cani catturati per essere incenerito che riesce ad uscire da un sacco.)

Anni diversi, luoghi diversi,stesse storie che si ripetono e che lasciano sconcertati per la crudeltà con cui si perpetuano.
Si parla di manifestazioni sportive, olimpiadi, eventi in cui un paese si trova ad accogliere visitatori da tutto il mondo e che quindi si trovano improvvisamente nell'urgenza di mostrare il proprio paese come "pulito", "ordinato", quindi libero da animali fastidiosi che possono disturbare i visitatori o dare un' immagine poco appetibile, ma anche di paesi che adottano le uccisioni di massa a scadenze regolari senza che questi eventi siano legati a manifestazioni particolari; Romania, Serbia, Croazia, Grecia, Turchia ecc ecc.
Si tratta  sempre di luoghi dove il randagismo è una piaga aperta e non risolta, il più delle volte, non tanto per l'impossibilità economica del paese stesso di mettere a disposizione denaro per risolvere il problema, al contrario per interessi economici a non farlo, utilizzando procedure barbare di soppressione di massa di animali indifesi attraverso metodi cruenti, il più delle volte a scopo di creare inceneritori per il loro smaltimento, e garantire assunzioni di operai addetti alla cattura; di fare arricchire chi ha tutto l'interesse a mantenere il problema aperto così da assicurarsi entrate sicure.
Le sterilizzazioni, ad oggi l'unico metodo per contenere concretamente il problema, rimangono per lo più azioni organizzate da sporadiche associazioni di volontariato, che oltre che impegnare tutte le loro forze, con fatiche organizzative ed economiche inimmaginabili, spesso si trovano a dover combattere  con vere e proprie mafie locali che oltre a minacciare l'incolumità dei volontari, vengono addirittura autorizzate e protette dai politici.
Tante storie, troppe, ad esempio quelle in occasione delle olimpiadi 2004 in Grecia, dove  15.000 cani vengono uccisi avvelenati, opure quelle del 2008 in Cina: 200.000 animali catturati brutalmente da veri e propri squadroni della morte, ammassati in gabbie talmente piccole da spaccargli le ossa e per finire bolliti vivi.
Nel 2010 in seguito alle olimpiadi invernali in Canada vengono fatti uccidere da un operaio a coltellate e bastonate 100 Husky che terminate le gare non servivano più.
Ma il "rifacimento del trucco" di un paese, non è necessario solo in occasione di eventi sportivi: nel 2002 infatti a Sofia (Bulgaria) a ben 60.000 cani tocca la stessa sorte in occasione della visita del papa.
Oggi l'ennesima notizia sconvolgente: a Lysychansk nell'Ucraina orientale in previsione dell'eurofoot 2012 si stanno uccidendo centinaia di cani randagi che vengono catturati per strada e rinchiusi in sacchi in attesa di essere bruciati vivi in forni crematori itineranti costruiti per l'occasione.( petizione da firmare su thepetitionsite.com/2/tell-ukraine-to-stop-burning-animals-alive/ )
Si potrebbe proseguire all'infinito, visto che purtroppo la fine di queste atrocità  è ancora molto lontana, come molto lontana è l'origine di atti umani crudeli verso i suoi fratelli animali, atti che purtroppo a distanza di secoli vengono ripetuti come un incubo ricorrente da cui nonostante la "civilizzazione" non ci si riesce a liberare.
1910: Costantinopoli (la Instanbul di oggi): migliaia di cani randagi che vagavano per la città vengono accalappiati da squadroni di poliziotti curdi che dopo averli ammassati in gabbie e trasportati su chiatte vengono abbandonati a se stessi sull'isola di Oxia nel mare di Marmora, senza acqua ne cibo.
Ben presto gli animali muoiono per stenti o per aggressioni fra di loro a causa della fame: l'isola diventa famosa per l'odore che si sente a distanza  a causa delle migliaia di carcasse di animali in decomposizione a picco sotto il sole.
lo scrittore G.Goursat ne è testimone e descrive i fatti in alcuni suoi scritti.
2009: in  Malesia vengono accalappiati tutti i cani randagi presenti sul territorio e abbandonati su isole deserte coperte di mangrovie.
Oltre 300 cani abbandonati senza acqua e cibo che dopo un lungo digiuno iniziano a sbranarsi tra di loro.
Alcuni cani, nel vano tentativo di trovare la salvezza,lasciano l’isola a nuoto, ma a causa della stanchezza e della debolezza, muoiono annegati.
Fortunatamente una serie di attivisti segnalano quanto sta accadendo e grazie a petizioni internazionali e al lavoro delle associazioni protezioniste si è potuto dare via a un programma massiccio di sterilizzazioni e sensibilizzazione e salvare alcuni dei pochi cani sopravvissuti.
Ma quanti anche in questa occasione hanno pagato con la vita senza avere colpe?
Stesse storie a distanza di centinaia di anni, diversi protagonisti ma sempre uguali: uomini e soldi, cani e fiducia nell'uomo.
Se è vero che il cane è il migliore amico dell'uomo, c'è da chiederci che trattamenti  l'uomo sia in grado di riservare a chi non considera amico.




 
 



.