domenica 22 maggio 2011

Un cammino assieme lungo migliaia di anni

(photo di saurabh malhotra)

Spesso ci si chiede, fra tanti animali presenti in natura, quale sia il motivo per cui proprio il cane abbia scelto di vivere a fianco all'uomo.
Anche se può sembrare strano, cane e uomo al contrario di quanto venga spontaneo pensare, hanno molte cose in comune, certamente molte più di quante ne potremmo immaginare.
Se anche riesce difficile crederci, cane e uomo vivono a fianco l'uno all'altro da più di 40.000 anni e il rapporto che si è creato tra uomo e cane, è stato il primo rapporto dell'uomo con soggetti diversi dalla propria specie di appartenenza, il rapporto col cane quindi, è stato certamente il primo rapporto "con l'altro", con il "diverso" da noi.
Ma cosa avvicina due specie così differenti fra loro?
Prima di tutto la necessità di svolgere una vita sociale di gruppo, ossia non essere autonomi ma dipendere da un gruppo di appartenenza.
Se per il cane questo è rappresentato dal branco, nell'uomo dalla famiglia e comunque dalla necessità di tessere rapporti sociali coi propri simili.
Sia i cani che gli umani, basano la loro esistenza su scale gerarchiche ben definite.
Vi sembra strano?
Pensate ai ruoli all'interno della famiglia, oppure alle scale gerarchiche a volte durissime negli ambienti di lavoro.
Anche se apparentemente diversi, i clichè sono più o meno gli stessi e cioè creare differenze di ruoli in modo tale da limitare il più possibile qualsiasi tipo di conflitto.
Se in queste strategie qualcosa di fallimentare a volte capita in tutte e due le specie, è con certezza che però possiamo affermare che la percentuale maggiore di problemi è presente nella razza umana; il cane si accontenta maggiormente della posizione all'interno del branco di quanto possa fare l'uomo, infatti è molto difficile incontrare persone che si accontentano e si ritengono soddisfatte della propria posizione, mentre è quasi automatico vedere quante persone aspirino a migliorare la propria situazione, si dichiarino insoddisfatti e cerchino di ottenere "di più" dalla posizione gerarchica che rivestono in quel momento.
Altri punti in comune sono l'utilizzo della strategia di gruppo per risolvere problemi o semplificare compiti complessi, la grande capacità di adattamento a nuovi territori (pensiamo alla vastità dei posti che l'uomo e i cani  sono riusciti a  popolare) la grande varietà in campo alimentare (onnivori entrambe) e la facilità con cui si riproducono.
Il punto cruciale però, l'aspetto fondamentale,quello più importante è rappresentato dall'EMPATIA, la capacità di immedesimarsi nell'altro, di comprendersi a vicenda, di interpretare espressioni, emozioni e comportamenti dell'altro.
Nessun altro animale al mondo è superiore al cane in questo, nemmeno la scimmia che è molto piu simile all'uomo.
Questa è stata la scintilla che ha fatto scattare un intesa così forte tra noi e i nostri amici a quattro zampe.
Nel corso di millenni abbiamo camminato a fianco l'uno all'altro, conoscendoci, studiandoci, interagendo in continuazione e migliorando giorno dopo giorno la capacità di comprenderci.
I cani ci sono stati a fianco nei secoli e nelle situazioni più differenti, da un angolo all'altro della terra, in varie situazioni climatiche anche estreme.
I cani hanno scelto di stare al nostro fianco a prescindere dalla nostra posizione sociale, dal nostro carattere, dalla nostra bellezza, dalla nostra intelligenza.
Hanno scelto di restare con noi nei salotti lussuosi dell'ottocento come  nelle caverne, lavorando duramente al posto nostro, seguendoci nelle avventure più incredibili come nella quotidianità più banale.
I cani ci affiancano e proteggono da sempre, anche quando non lo meriteremmo.
Per questo si dice che il cane è il miglior amico dell'uomo.
Per questo credo sia ora di dedicare a un amico così, un mondo migliore,basato sul rispetto reciproco.
Potrebbe essere un buon inizio per dimostrargli la nostra gratitudine per tutti i millenni di amicizia dimostrata fino ad oggi nei nostri confronti.

venerdì 20 maggio 2011

Un progetto ambizioso

 (photo*sonia)

Creare cultura.
Un progetto difficile, specie in questi tempi bui, tempi in cui la conoscenza, viene sempre dopo nella scala delle priorità...
Creare cultura sui cani, per i cani, ma sopra tutto per una serena convivenza con uno degli animali, che nel corso di millenni, ci ha dimostrato in assoluto più di qualsiasi altro essere la sua affezione a noi, esseri "a lui superiori", capaci in tutti gli anni trascorsi l'uno a fianco all'altro, di utilizzarli,  sfruttarli,  torturarli,  renderli schiavi, prigionieri,servi o in alcuni casi di ridicolizzarli e umiliarli,  cercando di annullare la loro fantastica natura e obbligandoli a divenire sempre piu umani.
Dogproject sarebbe stato un progetto difficile comunque, ma pensare di metterlo in atto partendo da un posto sperduto dell'appennino oserei dire che è abbastanza folle.
Non importa.
Creare cultura sui cani, significa riuscire a fare incontrare due mondi diversi, ma che corrono in parallelo da millenni, mondi fatti di linguaggi diversi, che spesso faticano a comprendersi a vicenda.
Creare cultura sui cani significa evitare malintesi, incomprensioni, delusioni e abbandoni, significa "responsabilizzare" a 360 gradi,chi per scelta decide di accogliere un cane nella sua vita, perchè un cane non è un oggetto di cui ci si può disfare in qualsiasi momento con una scusa banale, per noia o per un cambio di moda.
Un cane è un essere meraviglioso e sensibile e nel momento in cui entra nella nostra vita, dovrà essere considerato a tutti gli effetti un compagno di viaggio, un amico.
Il cammino da fare è ancora lungo e pieno di difficoltà;  se però, attraverso questo progetto riusciremo a insegnare a chi ha scelto un cane come compagno, rispetto,comprensione, complicità, e a chi non ama i cani una maggior tolleranza e meno paure, potremo dirci soddisfatti.
Le grandi azioni spesso partono da piccoli gesti.
I piccoli semi, col tempo si trasformano in grandi alberi, e gli alberi sono fondamentali in ogni parte del mondo.
E' stato piantato un piccolo seme.