martedì 6 marzo 2012

Eroi nascosti


Ci sono personaggi, che grazie ai loro gesti, alla loro generosità, al volontariato da loro svolto, alle missioni da loro sostenute, hanno cambiato il corso delle cose per persone e popoli e sono diventati famosi nel corso della storia per l'importanza delle opere da loro compiute.
Oggi, vorrei ricordare un eroe nascosto, uno dei tanti, che, per il fatto di occuparsi di animali anzichè di umani è destinato a rimanere in ombra rispetto agli altri , ma che a mio parere proprio per aver scelto di sacrificare totalmente la propria vita per gli ultimi degli ultimi, merita assolutamente di essere portato in rilievo.
Moltissime persone dedicano tutto il loro tempo all'aiuto di animali in difficoltà,  donando totalmente le proprie energie, ma l'eroe di cui vi voglio parlare ha scelto di morire pur di stare vicino agli animali abbandonati da tutti.
Lui è Naoto Matsumura, il luogo è Fukushima, gli animali sono tutti "i dimenticati".
Dopo il disastro nucleare avvenuto a Fukushima l' 11 marzo 2011, la zona è stata evacuata e tutti sono scappati, cercando di mettersi in salvo, ma nella fretta e nel panico totale, come prevedibile, gli animali sono stati lasciati dove si trovavano.
Anche Naoto è scappato, ma per tornare il giorno dopo, angosciato dall'idea che tutti gli animali rimasti non avrebbero avuto piu nessuno che si occupasse di loro.
Da un anno quindi, Naoto vive in questa città fantasma completamente abbandonata e ad altissimo rischio, tanto che lui stesso è risultato fortemente contaminato dalle radiazioni.
Non ha acqua potabile, corrente elettrica, riscaldamento, ma Naoto continua a restare e ad accudire come può gli animali rimasti e sopravvissuti.
Purtroppo però, il numero di animali è altissimo, cani, gatti, maiali, struzzi, mucche...e Naoto da solo non ce la può fare, così si è rivolto alla Tepco a Tokyo, responsabile del disastro, chiedendo aiuti in cibo, aiuti che ovviamente sono stati totalmente ignorati, forse per il fatto che si preferisce che i rimasti, contaminati dalle radiazioni, muoiano in fretta, onde evitare che spostandosi possano contaminare altri animali, che riproducendosi diano vita a generazioni malate e destinate a far ammalare, ma sicuramente il "cancellare" la presenza di queste vittime è sicuramente un modo per far dimenticare più in fretta.
Naoto fino ad oggi, è riuscito ad andare avanti grazie ad aiuti arrivati tramite associazioni animaliste, venute a conoscenza della situazione attraverso il blog di un amico di Naoto che, in contatto costante con lui, è riuscito a diffondere nel mondo la sua storia.
Questa storia però merita un eco profondo, perchè il silenzio fantasma di fukushima non faccia cadere silenzio anche sul gesto eroico di  un piccolo grande uomo, che ha preferito restare con gli abbandonati pittosto che mettere in salvo la propria vita.

lunedì 20 febbraio 2012

Storielle...

Un uomo e il suo cane stavano camminando lungo una strada.
L'uomo si stava godendo il paesaggio quando improvvisamente ricordò di essere morto, e che il cane che gli camminava al fianco era morto anni prima di lui.
Si chiese dove li stesse conducendo quella strada.
Dopo un po', raggiunsero un alto muro di pietra bianca che correva lungo il lato della strada.
Sembrava fine marmo...
In cima a una lunga collina, il muro era interrotto da un alto arco che risplendeva nella luce del sole.
Una volta raggiunto l'arco, vide che in esso vi era un magnifico cancello che sembrava di madreperla,
e che la strada che portava al cancello sembrava di oro puro.
L'uomo e il cane camminarono verso il cancello e, nell'avvicinarsi, videro un uomo seduto a una scrivania su di un lato.
Quando fu abbastanza vicino, il viandante chiese "Mi scusi, dove siamo qui?"
"Questo è il paradiso, signore", rispose l'uomo.
"Wow! Avreste forse dell'acqua?" chiese l'uomo.
"Naturalmente, signore. Entri pure, e le farò portare subito dell'acqua fresca".
A un gesto dell'uomo, il cancello cominciò ad aprirsi.
Il viaggiatore, indicando il suo cane con un gesto, chiese "può entrare anche il mio amico?"
"Mi dispiace, signore, ma non accettiamo animali".
L'uomo riflettè un momento e poi tornò indietro, sulla strada che stava percorrendo in precedenza col suo cane.
Percorso un ulteriore lungo tratto, in cima ad un'altra lunga collina,
raggiunse una strada sterrata che conduceva a un cancello di legno che sembrava non essere mai stato chiuso.
Non c'era steccato.
Avvicinandosi al cancello, vide un uomo al suo interno che leggeva un libro appoggiato a un albero...
"Mi scusi!" disse all'uomo. "Avete dell'acqua?"
"Sì, certo, laggiù c'è una pompa, entri pure."
"E il mio amico, qui?" chiese il viaggiatore indicando il cane.
"Ci dovrebbe essere una ciotola accanto alla pompa", disse l'uomo.
Oltrepassarono il cancello e, come annunciato, trovarono una pompa dell'acqua vecchio stile, con accanto una ciotola.
Il viaggiatore riempì la ciotola, bevve a sazietà e poi la riempì di nuovo per il cane.
Quando furono dissetati, il viandante e il cane tornarono verso l'uomo che se ne stava in piedi accanto all'albero.
"Come si chiama questo posto?" chiese il viaggiatore.
"Questo è il paradiso", rispose l'uomo.
"Ma come, sono confuso", disse il viaggiatore.
"Quell'altro uomo, lungo la strada, ha detto che anche quello era il paradiso".
"Oh, intendi il posto con la strada d'oro e il cancello di madreperla? No. Quello è l'inferno".
"Ma non vi fa imbestialire che si spaccino per paradiso anche loro?"
"No, anzi, siamo felici che ci tolgano di mezzo quelli che sono disposti ad abbandonare i loro migliori amici."

sabato 10 dicembre 2011

Cosa mettere sotto l'albero di Natale

(photo*sonia)

Una coperta calda, un biscotto e una carezza per ogni cane in canile.
Una tenaglia, per spezzare le catene di tanti cani tenuti come schiavi.
Una chiave, per aprire le gabbie dei prigionieri degli allevamenti.
Una penna, per firmare leggi nuove a tutela di tutti gli animali.
Qualche piccolo risparmio, per i rifugi in difficoltà.
Un pò di compassione per gli altri fratelli destinati a riempire i piatti delle feste.

Ricordiamoci  di loro e ricordiamo a tutti che un cane non si compra e non si regala, nemmeno a Natale.
Buone feste a tutti.

venerdì 11 novembre 2011

Le cose da sapere prima di adottare un cane.


(photo*sonia)

Sembra strano, ma molte, moltissime persone che decidono di prendere un cane, spinte dall'entusiasmo, dalla pressione dei figli, dalla "moda" del momento, pensano che avere un cane, sia una cosa relativamente semplice e non valutano assolutamente cosa in realtà comporti questa scelta.
Purtroppo, molte di queste persone, dopo un breve periodo, di fronte alle prime difficoltà (a cui per altro è più che naturale andare incontro), pensano che l’impegno che richiede l’accudimento dell’amico quadrupede, sia al di sopra delle proprie possibilità e quindi si sbarazzano dell’animale.
Volendo sorvolare sulla questione etica di tale decisione, vorrei fare un passo indietro, soffermandomi sulle reali necessità che ha un cane, così che chiunque stia prendendo in considerazione la cosa, possa valutarla seriamente attraverso una serie di informazioni affidabili che aiutino lui a compiere una scelta consapevole e responsabile e ad evitare a tanti animali esperienze negative e senza essere esagerati a volte tragiche.
Per cominciare, vorrei presentarvi “il cane”, così da chiarire tutti i dubbi che possono accompagnare molte persone cominciando col dirvi cosa un cane NON è e sopra tutto per cosa NON deve essere preso.
-      Un cane NON è un peluche, da strapazzare ogni volta che ne avete voglia e da utilizzare come soprammobile quando volete restare in pace
*i cani non sopportano di essere “strapazzati”, al contrario amano il contatto fisico, le carezze, ma in modo delicato e in punti particolari perché date nel posto sbagliato possono prendere significati gerarchici pericolosi, o fastidiosi messaggi di dominanza, inoltre non si può pretendere da un cane, partecipazione e vivacità solo nei momenti che decidiamo noi, non sono giochini telecomandati!!!
-      Un cane NON è un gioco per bambini che altrimenti non sapreste come far divertire
*i cani sono di fondamentale importanza per i bambini: insegnano la responsabilizzazione, e l’accettazione delle necessità “dell’altro”, ma devono essere sempre seguiti da un adulto quando giocano assieme: molti casi di aggressioni, sono infatti dovute a comunicazioni errate da parte del bambino che possono essere interpretate nel modo sbagliato dal cane e far scatenare reazioni aggressive, inoltre tutti i bambini devono essere educati al corretto approccio col cane e al rispetto delle sue esigenze e dei suoi spazi, solo cosi’ si potranno evitare spiacevoli incidenti
-      Un cane NON è assolutamente adatto ad essere un regalo
* Non è corretto regalare un cane sostituendolo ad un oggetto inanimato: siamo sicuri che la persona che lo riceve è disposta a prendersi carico di tutto quello che comporta la cosa o sarà felice al momento e poi si stancherà presto cercando un'altra soluzione ?
La scelta di accogliere un cane nella propria vita è una scelta che va presa solo dopo aver valutato attentamente gli impegni e i doveri che comporta e non si puo pensare che a tutti vada bene, è una scelta che deve essere valutata attentamente e presa sul serio, visto che abbiamo a che fare con una vita e non con un paio di scarpe: lasciamo all’interessato la possibilità di decidere!
-      Un cane NON è una “guardia giurata” da mettere in giardino per spaventare ipotetici malviventi, e tanto meno un sistema d’allarme infallibile che suona SOLO quando ci sono solo reali pericoli
*Un cane lasciato solo in giardino con l’unico scopo di fare la guardia, non potrà essere un cane felice: il cane è un animale sociale, ha bisogno di continui scambi col branco di appartenenza, cani o umani che ne fanno parte, inoltre la sensazione di esclusione dal resto del branco potrebbe stressare l’animale, rendendolo un cane che abbaia spesso e per nulla, magari proprio per attirare l’attenzione del proprietario che altrimenti lo ignorerebbe…se proprio vogliamo un allarme e null’altro, non scegliamo un cane!
-      Un cane NON può essere il bambino che vorreste avere, né la sostituzione del fidanzato che vi ha lasciato, né il marito tanto amato che aimè non c’è più.
*Un cane è e rimane un cane, appartenente ad una specie con esigenze ben specifiche ma NON identiche a quelle di una persona: cercare di sostituire una figura mancante della nostra vita con un  cane tendera’ a proiettare su di lui richieste da parte nostra non sempre piacevoli .
Permettiamo ad ognuno di esprimere quel che è, smettendola di cercare di umanizzare a tutti i costi ogni animale entri in contatto con noi. 
-      Un cane NON è Rintintin, il tenenete rex,un pronipote della carica dei 101
*Vi siete innamorati di un pastore tedesco dopo aver visto la serie televisiva rex? O forse dopo essere usciti dal cinema e aver visto la carica dei 101 avete assolutamente deciso di prendere un Dalmata?
Pensate che ogni pastore tedesco sia un ottimo investigatore o ogni dalmata sia tanto astuto da punire le ipotetiche Crudelia De Mon che si incontrano nella vita?
SCORDATEVELO!
Non confondete la fiction con la realtà e se proprio dovete scegliere un cane di razza, fatelo per le sue attitudini reali e non per come vengono “dipinti” da cartoni animati o film fantasiosi.
-      Un cane non è un investimento finanziario
*Avete pensato che acquistare un cane di razza sia un buon investimento per il denaro che potreste trarre da ipotetiche cucciolate?
Lucrare sulla vita di cani, su cui non si puo piu avere il controllo è gia di per se meschino; in questo modo vi preoccupate di “sfornare” banconote con quattro zampe e non sempre o quasi mai potete verificare che gli aquirenti a cui li avete ceduti nel tempo mantengano un impegno serio verso di loro e assicurino loro uno standard di vita accettabile, ma oltre questo ricordatevi che per l’allevamento sono richieste regole molto severe  e quindi o vi attenete a queste dovendo sborsare non poco denaro oppure rimarrete degli improvvisati i cui cani non saranno cosi’ richiesti, rischiando di trovarvi sommersi di cuccioli che non saprete piu dove mettere…date retta…lasciate stare!
-      Un cane non è uno status symbol
Pensare di essere stimati perché proprietari di macchine lussuose e costose è ridicolo…farlo con dei cani…è patetico!
Dopo questo lungo elenco, veniamo al dunque e cerchiamo di capire cosa comporta prendere un cane nella propria vita.
Se avete deciso per il si, sappiate che:
-      La vita media di un cane può arrivare e superare tranquillamente i 13 anni (in base alla taglia del cane anche molto di più) e voi dovrete esserci dal primo all’ultimo giorno della sua vita senza cambiare idea a metà strada; né perché vi è nato un bambino, né perché la nonna ha le emorroidi, ne perché cambiate casa e andate a stare in una casa piu piccola, ne perché dovete cambiare lavoro.
-      Le uscite del cane per i propri bisogni dovranno essere rispettate ogni giorno, sia che faccia freddo, piova, si muoia di caldo, ci sia l’invasione delle cavallette,abbiate la febbre (come vi sentireste se qualcuno vi facesse sparire il bagno e quando vi scappa vi dicesse di tenerla fino a che lo decide lui?)
-      Dovete mettere in conto delle spese economiche extra e cioè: veterinari per vaccini, profilassi, eventuali problemi di salute, se in presenza di problemi educatore, cibo, ciotole collari pettorine, se proprio non potete portare fuori voi il cane dog sitter, se dovete per forza fare un viaggio dove lui non vi può accompagnare pensione per cani, spese dovute a possibili danni ad oggetti personali specie se accogliete un cucciolo: scarpe, mobili, fili elettrici (occhio) di tutto di più (auguri!)
-      Ogni vostro minuto libero, sarà guarda caso anche il suo, anzi IL SUO che aspettava con ansia per poter fare qualcosa assieme…non deludetelo!
-      Dovrete iniziare a pensare in modo diverso: non sarete più un single, ma una coppia a tutti gli effetti e se siete una famiglia, diventerete una famiglia più numerosa: questo vuole dire che se dovrete recarvi da amici, in vacanza, al ristorante, sarà bene che iniziate a informarvi su quali sono i posti che accettano cani.
Nessuno vi vieterà di avere dei momenti SOLO vostri, a patto che questo non sia la norma e la regola.
Se già questi pochi indizi non vi scandalizzano, allora siete sulla buona strada e potete passare agli altri:
Il cane, come già accennato sopra, è un animale sociale, ossia ha bisogno di un “branco” di appartenenza, che se in natura è formato da altri suoi simili, nella società odierna è sostituito dalla famiglia umana che lo accoglie(a volte con la presenza anche di altri animali, gatti ecc ecc)
La prima cosa che deve essere chiara quindi, è che se decidiamo di adottare un cane, dovremo renderlo partecipe della nostra vita, condividendo con lui quanto piu tempo e spazio possibile.
Se siete disponibili ad una convivenza seria, sappiate che molto probabilmente il vostro divano non profumerà più di dixan, e specie nelle giornate piovose potrà capitare che cambi colore, potrete essere svegliati nel cuore della notte per un improvviso bisogno impellente, potrete trovarvi dei vicini che cercheranno di mettervi il bastone fra le ruote, ma niente paura, esistono leggi a tutela degli animali, dimenticandovi una bistecca sul tavolo potrete scoprire che non solo voi ne andate matti, anche le vostre magliette di cotone diventeranno improvvisamente dei pile e avrete a fianco sempre qualcuno che vi suggerirà qualcosa per non annoiarsi mai (anche dopo 8 ore di lavoro!)
Insomma se quindi siete disponibili ad aprire la porta di casa a un cane, pensate a lui come un nuovo amico.
Invitereste a casa un amico, chiedendogli di dormire legato a una cuccia in giardino con una catena? E se doveste uscire a cena, piuttosto che dirgli di aspettarvi solo a casa fino a che tornate, non cerchereste un ristorante che possa piacere ad entrambe?
Se è un vero amico, non vi piacerebbe condividere ogni momento possibile con lui? Una passeggiata nel bosco, in spiaggia, in vacanza…
E che dire se l’amico invitato involontariamente vi rompe un soprammobile? Scommetto che anche se dispiaciuti gli direste:” ma si dai…non fa niente”…ricordatevi che i cani a differenza delle persone non sanno fare dispetti, e se proprio rompono qualcosa, è quasi sempre un segnale di malessere e stress.
Se siete disposti a tutto questo, il vostro amico cane, sarà sempre a fianco a voi, saprà aspettare che i vostri malumori siano passati per strapparvi un altro sorriso facendovi comprendere quando sia bello appartenersi a vicenda.

Buon cammino assieme!


lunedì 10 ottobre 2011

L'ennesima vergogna

( uno dei cani catturati per essere incenerito che riesce ad uscire da un sacco.)

Anni diversi, luoghi diversi,stesse storie che si ripetono e che lasciano sconcertati per la crudeltà con cui si perpetuano.
Si parla di manifestazioni sportive, olimpiadi, eventi in cui un paese si trova ad accogliere visitatori da tutto il mondo e che quindi si trovano improvvisamente nell'urgenza di mostrare il proprio paese come "pulito", "ordinato", quindi libero da animali fastidiosi che possono disturbare i visitatori o dare un' immagine poco appetibile, ma anche di paesi che adottano le uccisioni di massa a scadenze regolari senza che questi eventi siano legati a manifestazioni particolari; Romania, Serbia, Croazia, Grecia, Turchia ecc ecc.
Si tratta  sempre di luoghi dove il randagismo è una piaga aperta e non risolta, il più delle volte, non tanto per l'impossibilità economica del paese stesso di mettere a disposizione denaro per risolvere il problema, al contrario per interessi economici a non farlo, utilizzando procedure barbare di soppressione di massa di animali indifesi attraverso metodi cruenti, il più delle volte a scopo di creare inceneritori per il loro smaltimento, e garantire assunzioni di operai addetti alla cattura; di fare arricchire chi ha tutto l'interesse a mantenere il problema aperto così da assicurarsi entrate sicure.
Le sterilizzazioni, ad oggi l'unico metodo per contenere concretamente il problema, rimangono per lo più azioni organizzate da sporadiche associazioni di volontariato, che oltre che impegnare tutte le loro forze, con fatiche organizzative ed economiche inimmaginabili, spesso si trovano a dover combattere  con vere e proprie mafie locali che oltre a minacciare l'incolumità dei volontari, vengono addirittura autorizzate e protette dai politici.
Tante storie, troppe, ad esempio quelle in occasione delle olimpiadi 2004 in Grecia, dove  15.000 cani vengono uccisi avvelenati, opure quelle del 2008 in Cina: 200.000 animali catturati brutalmente da veri e propri squadroni della morte, ammassati in gabbie talmente piccole da spaccargli le ossa e per finire bolliti vivi.
Nel 2010 in seguito alle olimpiadi invernali in Canada vengono fatti uccidere da un operaio a coltellate e bastonate 100 Husky che terminate le gare non servivano più.
Ma il "rifacimento del trucco" di un paese, non è necessario solo in occasione di eventi sportivi: nel 2002 infatti a Sofia (Bulgaria) a ben 60.000 cani tocca la stessa sorte in occasione della visita del papa.
Oggi l'ennesima notizia sconvolgente: a Lysychansk nell'Ucraina orientale in previsione dell'eurofoot 2012 si stanno uccidendo centinaia di cani randagi che vengono catturati per strada e rinchiusi in sacchi in attesa di essere bruciati vivi in forni crematori itineranti costruiti per l'occasione.( petizione da firmare su thepetitionsite.com/2/tell-ukraine-to-stop-burning-animals-alive/ )
Si potrebbe proseguire all'infinito, visto che purtroppo la fine di queste atrocità  è ancora molto lontana, come molto lontana è l'origine di atti umani crudeli verso i suoi fratelli animali, atti che purtroppo a distanza di secoli vengono ripetuti come un incubo ricorrente da cui nonostante la "civilizzazione" non ci si riesce a liberare.
1910: Costantinopoli (la Instanbul di oggi): migliaia di cani randagi che vagavano per la città vengono accalappiati da squadroni di poliziotti curdi che dopo averli ammassati in gabbie e trasportati su chiatte vengono abbandonati a se stessi sull'isola di Oxia nel mare di Marmora, senza acqua ne cibo.
Ben presto gli animali muoiono per stenti o per aggressioni fra di loro a causa della fame: l'isola diventa famosa per l'odore che si sente a distanza  a causa delle migliaia di carcasse di animali in decomposizione a picco sotto il sole.
lo scrittore G.Goursat ne è testimone e descrive i fatti in alcuni suoi scritti.
2009: in  Malesia vengono accalappiati tutti i cani randagi presenti sul territorio e abbandonati su isole deserte coperte di mangrovie.
Oltre 300 cani abbandonati senza acqua e cibo che dopo un lungo digiuno iniziano a sbranarsi tra di loro.
Alcuni cani, nel vano tentativo di trovare la salvezza,lasciano l’isola a nuoto, ma a causa della stanchezza e della debolezza, muoiono annegati.
Fortunatamente una serie di attivisti segnalano quanto sta accadendo e grazie a petizioni internazionali e al lavoro delle associazioni protezioniste si è potuto dare via a un programma massiccio di sterilizzazioni e sensibilizzazione e salvare alcuni dei pochi cani sopravvissuti.
Ma quanti anche in questa occasione hanno pagato con la vita senza avere colpe?
Stesse storie a distanza di centinaia di anni, diversi protagonisti ma sempre uguali: uomini e soldi, cani e fiducia nell'uomo.
Se è vero che il cane è il migliore amico dell'uomo, c'è da chiederci che trattamenti  l'uomo sia in grado di riservare a chi non considera amico.




 
 



.

martedì 19 luglio 2011

Tale cane, tale padrone.



Vi siete mai trovati, passeggiando ad osservare quante persone somigliano al loro cane?
E non vi siete mai fatti, qualche risata, vedendo un uomo un po’ “su di peso” accompagnato da un bulldog, un vecchietta accompagnata da un ultra centenario cagnolino zoppicante quanto lei, l'aristocratica signora in compagnia di un elegante levriero?
In effetti, capita spesso, di accorgersi delle somiglianze di molte coppie uomo-cane e probabilmente non è nemmeno così casuale.
In un certo senso, la "somiglianza", può indicare una buona scelta; se un signore è un pò su di peso e ad accompagnarlo è un "ballonzolante" bulldog, sarà sicuramente meno faticoso passeggiare insieme piuttosto che con un cane nevrile e ci sarà sicuramente più intesa fra una signora aristocratica e un levriero, altezzoso, diffidente, poco espansivo con gli estranei ma discreto e pulito piuttosto che con un cane esuberante, irruento, che ama rotolarsi in ogni pozza d'acqua e abbaiare a più non posso!
Certo è che la convivenza, impone un adeguamento reciproco, un continuo confronto, un intimità costante che modella e plasma i caratteri, fondendoli in quella che si chiama "coppia" quando la relazione è divisa fra due soggetti e "famiglia" quando i componenti sono diversi.
Queste "somiglianze", sono quindi date da una parte, da caratteristiche di razza del cane, che più o meno si sposano con lo "stile" dell'umano, e che sono presenti in percentuali diverse anche negli incroci, da caratteristiche caratteriali che possono venire influenzate dal rapporto con l’"altro" e da tratti fisici che possono casualmente o meno essere presenti in entrambe i "partner".
Diverso è invece, trovarsi a constatare quanto un cane sembri una signora altezzosa, non per il portamento, non per la somiglianza fisica con l'umano che lo accompagna, ma quanto per gli “optional” che indossa: il collarino pieno di strass, il cappottino col cappuccio rosa fucsia, le scarpette per non bagnarsi le zampe, gli occhialini anti raggi uv  nelle giornate di sole ....e cosa dire del pitbull con collare di cuoio, borchie di metallo e bandana al collo che assomiglia al palestrato che abita vicino a casa vostra?
A qualcuno la cosa può sembrare divertente, ad altri segno di estremo amore riversato sull'animale, in realtà tutto questo può e deve essere chiamato solo e unicamente con il suo nome e nonostante possa sembrare esagerato la parola più adatta è e rimane una forma di maltrattamento.
Perché maltrattamento?
Molti si scandalizzano di fronte a questa parola, loro non picchiano i loro cani, spendono centinaia di euro per i cibi migliori, fanno dormire i loro cani su letti costosissimi, comprano ogni sorta di gioco, per non parlare della quantità esagerata di collari e guinzagli di tinte diverse che devono essere abbinate sapientemente in base all’abito che l’umano indossa quel giorno.
In questo modo, si sta snaturando totalmente il cane, cercando di renderlo il più possibile simile all’umano.
Ci siamo mai chiesti se sia corretto farlo, e se il cane sia felice e ne tragga un beneficio o meno da tutto questo? sopra tutto, non ci viene mai in mente la possibilità che possa essere bello avere relazioni con specie diverse, conquistarne la fiducia, comprenderne i messaggi, le emozioni, i bisogni senza per forza dover assoggettare tutto alle nostre esigenze in questo caso totalmente assurde e fuori luogo?
Questi modi di “addobbare” il cane sono assolutamente ridicoli, senza contare che in questo modo mettiamo il cane in difficoltà comunicativa con i suoi simili.
I cani comunicano fra loro con posture, espressioni facciali,  movimenti della coda, delle orecchie…con tutti questi orpelli addosso, faticano a muoversi ed assumere posture corrette e inoltre attraverso gli occhi degli altri cani , possono assumere un aspetto “sinistro”, che mette in allarme gli altri aumentando molto il rischio di aggressività da parte di chi li incontra, per la difficoltà a riconoscerli come appartenenti alla propria specie, ma a parte questo aspetto, il problema è che spesso queste forme di antropomorfismo (l’uomo è sopra tutto, è meglio di tutto e quindi è anche logico cercare di assoggettare tutto all’uomo, anche rendendo gli animali più umani possibili) sono accompagnate da una serie di imposizioni, che obbligano e pretendono dal cane comportamenti umani che il cane non può e non deve avere.
Così, il chiuahua col cappottino, non deve bagnarsi i “piedini” nelle pozzanghere (notare…”piedini” e non zampe…) non deve sporcarsi, non deve andare nel prato se no potrebbe prendersi le pulci, e che dire del contatto con gli altri cani? Mah…non c’è da fidarsi troppo a farlo avvicinare agli altri, saranno puliti? O potranno portargli qualche malattia?....
Il cane così diventa un oggetto, un automa ben addestrato ad essere cane (ma poi…dove?...) ma fino a un certo punto e poi…il più possibile a un “mini-me”, da sfoggiare come un giochino, da mostrare come un gioiello, un gingillo.
Le persone che vogliono un cane per poi ridicolizzarlo in questo modo, dovrebbero farsi un esame di coscienza e analizzare bene il motivo per cui desiderano la convivenza stretta con un animale che però deve essere “umano”.
Probabilmente hanno difficoltà ad avere rapporti coi propri simili e gli unici in grado di sopportarli sono i cani!
Smettiamo di pensare che l’uomo è l’animale migliore da cui si debba imparare tutto e lasciamo fare ad ognuno il proprio lavoro.
Da secoli il cane non ha mai avuto bisogno di queste cose per stare bene a fianco a noi.
Se il nostro cane è freddoloso,  non ha sotto pelo o ha una cute sottile e abitiamo in una zona fredda, mettiamogli pure un cappottino, ma il più semplice possibile e possibilmente di un colore simile al suo pelo.
Se spendere denaro per i cani ci appaga, spendiamo il giusto per il nostro e il resto devolviamolo a tutte quelle associazioni che fanno fatica a tirare a campare.
Iniziamo un percorso di umiltà e rispetto verso una specie che ha tanto da insegnarci e per una volta mettiamo da parte la presunzione che da troppo tempo accompagna la nostra specie, nonostante gli altri fratelli animali continuino a sopportarci in silenzio e con pazienza.
 


sabato 25 giugno 2011

condanna a morte

Ogni anno, nel periodo estivo, ma non solo, centinaia e centinaia di cani vengono abbandonati.
Nonostante il grande lavoro fatto, sopra tutto negli ultimi anni, attraverso campagne di sensibilizzazione, il problema rimane  serio e di difficile risoluzione.
Dobbiamo ricordare, che i cani abbandonati vengono raramente accolti da qualcuno, mentre spessissimo muoiono sulle strade dove vengono investiti, o in seguito a maltrattamenti da parte di persone che non tollerano la loro presenza accanto alle loro abitazioni; in molti casi, finiscono in un canile, dove passeranno il loro tempo in attesa di trovare una soluzione migliore, cosa che visto i numeri spaventosi di ospiti nei rifugi, dimostra che il più delle volte tutto ciò non accade.
Parlando dell'argomento, sfido chiunque a dire che l'abbandono è una cosa  accettabile, eppure nonostante questo, una buona parte di persone che si scandalizzano di fronte all'argomento, prima o poi compiono lo stesso gesto.
Perchè?
L'unica spiegazione è, che chi decide di sbarazzarsi del proprio amico, in realtà si sente giustificato a farlo, per una serie di motivi che a differenza di quelli "degli altri"sono più seri e mettono a tacere la coscenza (se di coscenza si può parlare) del soggetto che compie un atto così crudele.
In realtà, alla base di una scelta del genere, non c'è null'altro che una dose massiccia di crudeltà, immaturità, irresponsabilità, egoismo, insensibilità.
Parlando di problema culturale, spesso si viene derisi, perchè con tutti i problemi che ci sono, questo appare tra le ultime file di un elenco lunghissimo, invece insisto a sottolineare che avere sulle spalle del paese un peso così grande come quello del randagismo è a mio parere un gravissimo segno di arretratezza, ma sopra tutto di una povertà spirituale e della dimostrazione della non cultura del rispetto dell'altro, sia esso un nostro simile, ma a maggior ragione un essere indifeso, più debole, che dipende da noi.
Il cane di famiglia è a tutti gli effetti il membro di un gruppo, che improvvisamente si trova solo con se stesso e tra mille difficoltà senza sapere come affrontarle, in balia di eventi imprevedibili e situazioni mai affrontate prima.
Evitare pericoli, procurarsi cibo e acqua, trovare riparo, in luoghi a lui sconosciuti, senza punti di riferimento porta il cane a uno stress altissimo, inoltre le brutte esperienze a cui può andare incontro, come maltrattamenti, e paure, possono lasciare segni indelebili nella psiche del cane, portandolo anche a forme di aggressività, così che, spesso, molti soggetti anche se recuperati, non avranno possibilità di trovare collocazioni in nuove famiglie, a causa di patologie comportamentali a volte di difficile risoluzione.
L'unico modo per mettere fine al problema, è la responsabilizzazione delle persone.
Nessuno ci obbliga ad acquistare o adottare un cane, è una scelta che si compie e come qualsiasi scelta, comporta delle conseguenze e le persone ne devono essere messe al corrente.
Se anche è vero che "un cane non è un figlio", volenti o nolenti il nostro amico a 4 zampe è un essere che dipende da noi in modo molto simile.
Si aspetta da noi una serie di cose precise, cure, attenzioni, complicità, affettività, e chi prende un cane con se deve essere coscente che questa serie di cose andranno mantenute fino all'ultimo giorno di vita del nostro amico.
Se per noi è un impegno gravoso, se siamo persone poco costanti, se non vogliamo limitazioni di nessun genere, nessuno ci obbliga a farlo, ma se desideriamo un cane accanto a noi dobbiamo mettere in conto una serie di cose precise, tra cui una serie di esigenze che il cane ha e che noi dobbiamo permettergli di mettere in atto.
A quanto pare, molte persone con l'arrivo dell'estate si accorgono improvvisamente che per loro è diventato impossibile continuare a tenere il proprio cane con se e trovano scuse banali e squallide per sbarazzarsi del quadrupede, convincendosi che tanto sicuramente qualcuno lo prenderà con se, che comunque se la caverà, che in fondo "è un cane" e forse è meglio per lui "tornare ad essere libero".
Balle!
L'abbandono di un cane è a tutti gli effetti un atto di crudeltà, la condanna a morte al nostro più caro amico, senza che lui abbia mai commesso un reato.
Voglio ricordare, che l'abbandono di un cane è invece a tutti gli effetti un reato punito dalla legge.
Per chiunque abbia bisogno di informazioni per passare una vacanza serena col propio cane, consiglio il sito:
http://www.dogwelcome.it
Buona vacanza a tutti